Ottobre 12, 2023

Il duello di tennis più epico di sempre

By Filippo Lucani

Ci sono scontri sportivi in grado di entrare per sempre nella storia, attirando appassionati e non, che si riuniscono davanti al televisore per poter prendere parte ad un evento che segnerà gli anni a venire.

Probabilmente, leggendo questa frase, il primo pensiero sarà volato ai Mondiali di calcio o alle Olimpiadi invernali ed estive, ma non si sta parlando di nessuno di questi tre casi.
Bastano quattro parole, o meglio, due nomi, per ricostruire, nonostante i 15 anni di distanza temporale, quel duello ormai impresso nella memoria popolare: Rafael Nadal contro Roger Federer.

Era infatti il 6 luglio 2008 e a Wimbledon, quartiere londinese che ospita l’omonimo torneo, i due tennisti avrebbero concluso, in quasi cinque strazianti ore, il match che ancora oggi viene definito lo scontro più epico di sempre.

Wimbledon è quasi la meta finale

Per dare un po’ di contesto, il torneo di Wimbledon è il torneo tennistico più antico ancora disputato al giorno d’oggi.
Fa parte del Grande Slam, ovvero i quattro tornei più grossi e importanti che delineano la stagione sportiva dedicata al tennis.
Cronologicamente, è il terzo torneo, segnando quindi il penultimo passo prima della meta finale, ovvero l’US Open, il torneo newyorkese.

È preceduto, sempre dal punto di vista temporale e facendo riferimento al Grande Slam, dall’ Australian Open e dall’Open di Francia (anche conosciuto popolarmente come Roland Garros).

Tra tutti questi tornei, Wimbledon è l’unico a disputarsi su un terreno d’erba, superficie che secondo gli appassionati non si addiceva al metodo tecnico di giocata adottato negli anni da Nadal, che era da sempre definito “re della terra rossa“, superficie particolarmente abrasiva, fisicamente opposta alla scivolosità dell’erba.

Il duello

Wimbledon in quel momento aveva un solo nome al proprio trono, ed era quello di Roger Federer, che per cinque anni consecutivi era riuscito a dominare il campo londinese e quel 6 luglio 2008 era pronto per prendere il suo sesto titolo consecutivo.

Dall’altra parte, come anticipato, c’era Rafael Nadal, un ragazzo di 22 anni che non aveva mai vinto un Wimbledon, ma qualche settimana prima aveva sconfitto il campione in carica, Federer, proprio all’Open di Francia, aprendo così la possibilità di uno scontro reale, senza previsioni valide e che lasciava aperta ogni possibilità. E così fu.

In 4 ore e 48 minuti si è tenuta la più lunga finale nella storia del torneo londinese, fatta di cinque set, tre tie break e ben due interruzioni a causa di una pioggia che, più che essere limitante, faceva da cornice ad una situazione tanto drammatica quanto emozionante.

Iniziata con un sole brillante, passando per una pioggia interrompente, la finale di Wimbledon del 2008 si è conclusa con il buio insistente delle 9:16 di sera, esattamente come un sipario che si chiude su uno spettacolo teatrale.

In Italia, a dare voce alle battute e ai rovesci, ci sono i telecronisti Rino Tommasi e Gianni Clerici, che in quella piovosa serata annunciano non solo il vincitore, ma l’inizio di una combattuta e rispettosa rivalità che durerà per più di una decade.

A vincere fu Nadal, che all’ultimo punto si lasciò cadere sul campo, straziato dall’impresa titanica appena conclusa, mentre alle sue spalle il tabellone riportava l’esito della sua opera: 6-4, 6-4, 6-7 (5-7), 6-7 (6-8), 9-7.

Il libro dedicato a questo capitolo di storia si conclude con un gesto di grande sportività ed umanità.
Al centro del campo, che non è tanto distante da un campo di battaglia, i due sfidanti si riuniscono, e se Nadal ha le mani occupate dalla sua meritata coppa, le mani di Federer, private del loro sesto titolo, si posano sulla faccia del neo vincitore, come in una tenera carezza paterna.

Dopo la finale

I due non si incontreranno più sul campo della finale di Wimbledon, ma i loro nomi saranno per sempre legati da un costante duello nei campi di tutto il mondo, segnando una rivalità senza pari nel mondo sportivo.

Molti appassionati e non del mondo del tennis, dopo questo scontro decisero di scendere letteralmente in campo, prendendo in mano le racchette e consumando le suole delle scarpe.
Le aziende dedicate al materiale tecnico del tennis ebbero una crescita esponenziale quell’anno, proponendo acquisti o noleggi di materiale tecnico, ma anche prenotazioni di campi, rivolgendosi a club specializzati da tutte le parti del mondo.

In Lombardia, più precisamente a Guanzate, Tennis Club A-Rete resta ad oggi tra i più innovativi centri dedicati alla scoperta, appunto, del tennis.
Tra corsi dedicati a tutti, attrezzature di alto livello e altri servizi dedicati ai professionisti, riportati sul sito tennis.a-rete.com, il club nei pressi del Lago di Como si posiziona tra i più efficienti del settore in territorio lombardo, attirando numerosi clienti dalle zone limitrofe.

L’importanza dei numeri delle persone che frequentano tutt’oggi i club tennistici in maniera appassionata e coinvolta, è il simbolo più evidente che quel 6 luglio 2008 qualcosa è cambiato nella mente delle persone, non solo sportivamente, ma anche umanamente.

Non possiamo quindi fare altro che avvicinarci a questo mondo, immaginandoci di essere nel campo insieme a Nadal o Federer, sperando, in fondo, di poter assistere ad una rivincita londinese, tristemente mai avuta.