Tre anni fa il primo lockdown: così gli psicologi ci hanno aiutato durante la pandemia
Il Covid-19 ha rappresentato per la popolazione mondiale un duro colpo a livello fisico, psicologico e sociale. A tre anni dal primo lockdown si prova a tornare alla normalità, ma si è coscienti che le conseguenze di questa epidemia ci saranno per molto tempo.
Cosa dice la scienza sul Covi-19
I medici hanno definito i sintomi del post -Covid long-Covid, con una serie di ripercussioni sul comportamento, il modo di vivere e anche sul fisico.
Eppure il Covid-19 ha aperto le porte a una nuova conoscenza di sé stessi, perché ci si è trovati di fronte a qualcosa di più potente nell’era in cui si pensava di poter ottenere tutto con un clic. La pandemia ha messo in evidenza tutte le debolezze e questo forse ha aiutato anche a tirare fuori qualcosa di utile, soprattutto dal punto di vista del benessere mentale. E questa maggiore attenzione è dimostrata anche dai dati. Secondo l’ENPAP infatti, nel 2022 il reddito degli psicologi è aumentato, a dimostrazione che c’è stato un aumento delle richieste di aiuto psicologico.
Gesti di autolimitazione: Partiamo dal valutare i gesti quotidiani. Dal post Covid non ci si stringe più le mani con spontaneità, non ci si abbraccia più con la stessa frequenza e si sta sempre molto attenti alle persone che manifestano sintomi influenzali.
La pandemia sembra aver accentuato l’ansia per la salute personale e si teme di ammalarsi da un giorno all’altro e rischiare la vita.
Questa ansia collettiva è stata nel tempo anche esasperata dai bollettini medici quotidiani e la copertura mediatica sul tema, che in alcuni momenti ha raggiunto quasi le 24h/24 e questo per le menti di tutti è stato uno stress non da poco.
Maggior consapevolezza delle fragilità
Di fronte però a questo bombardamento informativo e a questa improvvisa instabilità, sia emotiva sia economica, ci si è interrogati sulle possibilità di intervento che si avevano per tutelarsi. Una delle azioni più sentite è stata quella di rivolgersi a figure che potevano prendersi cura dell’equilibrio psicofisico, partendo dagli psicologi, che hanno svolto un lavoro importante nella salvaguardia della psiche durante la pandemia.
Ci si è addentrati in una consapevolezza di sé che prima non era così chiara e si è anche fatto chiarezza sulla questione che la differenza tra psichiatra e psicologo è netta e bisogna rivolgersi all’una o all’altra figura per questioni differenti. La maggior consapevolezza delle proprie fragilità ha scatenato anche un fenomeno importante sui social di condivisione del proprio stato di sofferenza psicologica e ciò ha portato a una maggiore condivisione delle proprie paure e delle proprie instabilità.
Gli interventi del governo: L’aumento del fabbisogno di cure in campo psicologico e psichiatrico ha indotto il governo a intervenire per tutelare anche le persone che non possono permettersi uno psicologo per lungo tempo e sono stati varati diversi provvedimenti per sostenere la scelta di rivolgersi a professionisti per curare il proprio stato mentale. Tra gli interventi più importanti citiamo il rinnovo del bonus psicologo anche nel 2023 con un budget più alto, che consente di richiedere un contributo economico per le visite dallo psicologo e le azioni di sensibilizzazione a scuola sulle materie psicologiche attraverso l’inserimento dello psicologo a scuola. Nei prossimi anni si dovranno rendere queste azioni strutturali, perché la società ha bisogno di ritrovare fiducia nel futuro per poter superare il momento e guardare avanti con maggior ottimismo.